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C. 01/02/1980
(G.U. 1-3-1980, n. 60) Proposta-tipo elaborata dal Centro Studi Impianti Sportivi del C.O.N.I. - Roma. Alfine di colmare la lacuna derivante dall'assoluta mancanza di una normativa inerente le caratteristiche tipologiche, tecniche e dimensionali delle palestre e nell'intento di offrire un preciso indirizzo progettuale in merito, riportiamo l'estratto di una "proposta-tipo" elaborata dal Centro Studi Impianti Sportivi del C.O.N.I. e pubblicata sul n. 1 (marzo 1984) della rivista "Spaziosport".
1. La progettazione di un singolo impianto Innanzitutto vanno definite le attività da prevedere nell' impianto, sia quelle risultanti dall'analisi esigenziale sia altre elementari, compatibili e facilmente aggregabili per ottenere una migliore resa in ore sport dell'impianto ad una più economica gestione. Si passa da uno schema aspaziale di localizzazione di attività (sportive, di supporto a quelle sportive ed altre ausiliarie) in rapporto tra loro ad uno schema distributivo metaprogettuale prima a due parti a tre dimensioni. Va considerata, inoltre, la dimensione "tempo" nel determinare i collegamenti tra le parti di un impianto, la successione delle immagini che si presentano a chi percorre gli intervalli intercorrenti, ecc. Tale dimensione ha valore significativo anche al di là dei confini dell'impianto stesso ed indica alle infrastrutture sul territorio il reale rapporto con il bacino di utenza (a piedi, in bicicletta, con mezzi motorizzati, con i trasporti pubblici); pertanto, si vengono ad avere due sistemi di relazioni uno interno ed uno esterno all'impianto sportivo.
1.1. Una palestra modulare: quattro possibili soluzioni Prendiamo in esame una ipotesi funzionale distributiva e volumetrica, anche definibile palazzetto dello sport nella soluzione più completa. Questa scaturisce da un articolato sistema di esigenze e di risposte che si sono date a queste esigenze, sia in termini di prestazioni che è in grado di fornire lo spazio sia in termini di caratteristiche fisiche e dimensionali dello spazio stesso. Dell'insieme di esigenze poste come input analizziamone alcune fondamentali: A. possibilità di avere la seguente successione di elementi autonomamente funzionanti. P1. unità palestra (a) per attività formative, di muscolazione e di atletica pesante delle dimensioni di m 13 x 13 dotata di n. 3 spogliatoi polivalenti di mq 15 compresi i servizi igienici, locale ufficio utilizzabile anche come pronto soccorso, n. 2 servizi igienici per handicappati, magazzino attrezzi, centralina termica. P2. unità palestra (a) più palestra costituita da una unità polivalente (b) con spazio attività di m 16 x 26 alto m 7 e n. 2 spogliatoi atleti ognuno di mq 49 compresi i servizi igienici che consente attività regolarmente di ginnastica, pallavolo e pallacanestro con campo di dimensioni minime. P3. unità palestra (a) più palestra costituita da n. 2 unità polivalenti (b) con spazio attività di m 26 x 32 alto m 7 e n. 4 spogliatoi atleti ognuno di mq 49 che consente attività regolamente di ginnastica, pallavolo, pallacanestro e pallamano con campo di dimensioni minime. P4. unità palestra (a) più palestra costituita da n. 3 unità polivalenti (b) con spazio attività di m 26 x 48 alto m 7 e n. 6 spogliatoi atleti ognuno di mq 49 che consente attività regolamente di ginnastica, pallavolo, pallacanestro, pallamano, tennis, calcetto, hockey indoor, hockey a rotelle (con pavimentazioni appropriate) campate (b) m 26 x 48 la capacità è di 753 spettatori con spazio attività libero di m 20 x 48 dimensione che è anche aumentabile con chiusura parziale della gradinata. In particolare nelle condizioni climatiche del nostro Paese va esaltata la pratica sportiva all'aperto non trascurando l'utilità anche di spazi semplicemente coperti con tettoia ed illuminati artificialmente per un prolungato utilizzo. Riteniamo infatti che siano realizzabili con interventi successivi e strutture appropriate impianti inizialmente per attività all'aperto, con le dotazioni essenziali di servizi; poi coperti considerando sia gli spazi destinati all'esercizio sportivo che la eventuale presenza di pubblico; infine chiusi ottenendo vere e proprie palestre o palazzetti dello sport. La soluzione tipologica che si propone, anche se in modo schematico, tiene conto di questo progressivo adeguamento nel tempo alle esigenze reali non solo per quanto riguarda le condizioni ambientali sopra citate, ma anche la dimensione ottimale dell'intervento dall'iniziale minimo P1-P2, fino al finale
3. Parzializzazione e polivalenza L'idea di uno spazio palestra estremamente flessibile e adattabile a esigenze e modi d'utilizzo diversi non è certo una idea nuova nè del tutto originale. Diverse esperienze, specie all'estero hanno intrapreso questa strada con risultati, a volte, anche soddisfacenti. In quest'ottica ci preme mettere a punto alcuni aspetti che comunque ci sembra richiedano ancora chiarezza e precisione. La gradualità nella realizzazione, può consentire alla stazione appaltante di predisporre un programma edilizio poliennale che viene attuato per fasi successive; è importante che ciascuna fase prevede un'impianto, via via più complesso, ma comunque funzionante e completo. Così la prima fase consente di disporre di una piccola palestra, la seconda di una media, la terza di una grande, con possibilità di pratica e spettacolo sportivo. La parzializzazione dell'uso è commisurata alla parzializzazione tipologica tecnologica e gestionale dell'impianto. E' così possibile, anche quando l'impianto è costruito nella sua forma più completa, utilizzarne una sola parte parzializzando lo spazio utilizzato e anche gli impianti tecnologici impegnati (luce, acqua, aria). Si possono ottenere così economie tangibili, sia per quanto concerne i costi relativi ai consumi energetici, che quelli relativi al personale di custodia, pulizia, manutenzione, ecc. Le polivalenze e le polifunzionalità, rappresentano ulteriormente caratteristiche dell'impianto strettamente connesse alla gradualità costruttiva e alla parzializzazione. Si tratta di definire nel concreto quali margini di polifunzionalità (uso diverso contemporaneo) e di polivalenza (uso diverso non contemporaneo) debba avere. Ovviamente le scelte vanno condotte secondo un criterio che confronti i maggiori costi con i maggiori benefici, con lo scopo di individuare, di volta in volta, i livelli di convenienza. Non esiste infatti una soluzione ottimale, valida sempre e comunque si tratta di valutare le esigenze di soddisfare nel contesto d'intervento e lì operare le scelte più idonee. Va anche detto che polivalenza e polifunzionalità dell'impianto vanno risolte in modo organico, individuando quali attività possono realisticamente essere svolte nello stesso spazio, e per quali invece è opportuno ricorrere a spazi diversificati.
4. Requisiti degli spazi esterni Fondamentale è il controllo delle relazioni con l'intorno, considerando attentamente i problemi insediativi nella parte di territorio su cui si interviene e soprattutto la continuità ed il rapporto con l'ambiente naturale sia esso preesistente o previsto entro i limiti dell'area dell'impianto. Per questo è di particolare interesse considerare oltre gli spazi soggetti a regolamenti per l'esercizio delle attività sportive tutti quegli elementi che intervengono nella progettazione la cui presenza è determinante in quanto contribuisce in modo sensibile al miglioramento sia delle caratteristiche funzionali dello spazio che delle condizioni ambientali; ciò si ritiene utile sia per interventi ex novo che di recupero di impianti esistenti. Riguardo alla sistemazione delle attrezzature esterne si è indicato, in continuità con i tre spazi di attività contenuti trasversalmente nella palestra, un campo polivalente all'aperto direttamente accessibile dagli spogliatoi. Inoltre, longitudinalmente nel lato nord della palestra potrà essere previsto un tratto rettilineo per corsa e salti, attrezzature per la ginnastica all'aperto, pedana per il getto del peso e percorsi vari di preriscaldamento.
6. Le caratteristiche costruttive Al fine di non vincolare le soluzioni realizzative occorre definire le caratteristiche dell'impianto sportivo in termini esigenziali. Ciò comporta una esatta individuazione dei requisiti che l'impianto deve possedere nel suo insieme e nelle singole parti che lo compongono e che possono raggrupparsi, in generale, nelle seguenti classi:
- agibilità e fruibilità;
- sicurezza;
- manutenzione e gestione;
- benessere ambientale. Rientrano nell'agibilità e fruibilità i requisiti inerenti alla costituzione e alle dimensioni dei diversi spazi in relazione alla funzione ed alla destinazione d'uso, alle caratteristiche distributive ed all'accessibilità. Tali requisiti comprendono inoltre gli aspetti relativi alla dotazione di apparecchiature e di impianti nonché le caratteristiche di arredabilità, eventuale adattabilità e la dotazione di attrezzature. Si riferiscono alla sicurezza i requisiti relativi a tutti gli aspetti connessi con la sicurezza degli spazi, in particolare, quindi, la sicurezza statica, la sicurezza agli incendi ed all'evacuazione, la sicurezza agli eventi eccezionali, la sicurezza nell'uso degli spazi, la sicurezza nell'uso degli impianti. Per la manutenzione e gestione i requisiti si riferiscono a quegli aspetti, in parte anche contenuti nelle precedenti classi, che riguardano in qualche modo la manutenzione e la gestione dell'impianto sportivo. In tale classe sono comprese la manutenibilità degli spazi, la trasformabilità, il contenimento energetico e le caratteristiche di gestione. Il benessere ambientale e l'igiene comprende la specificazione dei parametri che si riferiscono al controllo dei comfort e dell'igiene ambientale. Essi riguardano l'esposizione e l'orientamento degli spazi, le condizioni di benessere microclimatico, visivo e acustico, le condizioni di igiene.
6.1. La sala di attività La sala di attività è l'elemento centrale dell'impianto, le sue caratteristiche dipendono oltre che dal tipo di attività anche dalle attrezzature che vi si devono installare.
6.1.1. Le pareti Le pareti della palestra dovranno presentare una conformazione di massima piana e per un'altezza di almeno m 2,50 essere priva di sporgenza e ostacoli che possano compromettere l'incolumità degli utenti. Eventuali pilastri, lesene, tubazioni o simili, ove indispensabili, dovranno quindi essere convenientemente protetti con rivestimenti o imbottiture. Per le pareti, preferibilmente, saranno adottate soluzioni costruttive che permettono l'uso dei materiali a faccia vista, eventualmente verniciati, senza ricorrere agli intonaci. Le pareti in ogni caso dovranno risultare facilmente pulibili e prive di continuità che favoriscano l'accumulo della polvere. Tutto ciò comunque va considerato assieme alle esigenze acustiche per arrivare ad un'idonea soluzione di compromesso. Lungo le pareti della palestra possono essere collocate attrezzature varie, quali ad esempio spalliera, ercoline, specchiere, o altro. La conformazione delle pareti quindi, con particolare riferimento alla distribuzione delle superfici vetrate, ed alla collocazione degli impianti tecnologici, dovrà tenere conto di tali esigenze.
6.1.2. Le superfici vetrate Le superfici vetrate costituiscono senza dubbio uno degli elementi che caratterizzano di più lo spazio architettonico. La loro presenza in una palestra fa nascere però una serie di problemi legati soprattutto all'abbagliamento, che inducono spesso i progettisti a limitarne al massimo l'uso o addirittura ad abolirne, tendenza questa per diversi motivi, discutibile. L'attività sportiva infatti dovrebbe essere sempre vista in rapporto all'ambiente naturale, anche se al fine di permettere lo svolgimento di determinate attività sportive in condizioni climatiche sfavorevoli, si ricorre alla costruzione di involucri protettivi. Anche in tal caso però dovrebbe potersi avere sempre la possibilità di svolgere, se possibile, attività all'aperto e conservare con l'ambiente esterno un collegamento per lo meno visivo. Pertanto salvo casi di impossibilità conseguenti a particolari ubicazioni delle palestre, dovranno essere previste, in posizione opportuna, superfici trasparenti di conveniente estensione che consentano la visibilità di spazi esterni, possibilmente verdi. Tali superfici dovranno essere munite di vetri di sicurezza e tende a schemi mobili. Altre superfici vetrate, se previste, dovranno essere poste preferibilmente ad altezza superiore a m 2,50 dal pavimento munite anch'esse di sistemi per l'oscuramento. Per il dimensionamento delle superfici vetrate un criterio molto valido, è quello di fare riferimento, oltre alle suaccennate esigenze, al coefficiente di illuminazione diurna. Questo dovrebbe comunque essere non inferiore a 0,015. Per una buona diffusione dell'energia luminosa è inoltre opportuno che le diverse superfici, il soffitto e le pareti in particolare, abbiano un coefficiente di rinvio non inferiore a 0,5. Valori maggiori sono consigliabili ai fini dell'illuminazione artificiale, come verrà successivamente detto. Sempre per evitare l'abbagliamento, le superfici verticali trasparenti, eccetto quelle con orientamento verso nord o al massimo inclinate di circa 10° ri-
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